Caratteristiche principali del libro
Shantena Augusto Sabbadini e Rudolf Ritsema
I Ching, il Libro dei Mutamenti
URRA/Feltrinelli, Milano, 2011
ISBN: 978-88-503-2999-1
Il libro può anche essere richiesto a Pari Publishing.
In questa traduzione dell’I Ching:
Ogni ideogramma cinese viene sempre rigorosamente tradotto con la stessa parola italiana. Questa parola viene così a costituire una sorta di codice che individua l’ideogramma. Questo ha reso possibile per la prima volta la compilazione di concordanze dei testi oracolari in una lingua occidentale.
La parola prescelta per tradurre un ideogramma rappresenta una sorta di nucleo della gamma di significati dell’ideogramma. Ma altri significati possono essere importanti in una particolare consultazione. L’intera gamma di significati dell’ideogramma nella letteratura cinese viene elencata in calce al testo oracolare in cui esso compare, nel blocco denominato Significati Associati.
Nessuna parola è stata tolta o aggiunta. A questa regola fanno eccezione alcune congiunzioni e preposizioni, introdotte per facilitare la lettura, che sono contrassegnate dal carattere sottile, mentre le parole nucleo, corrispondenti agli ideogrammi cinesi, sono in carattere grassetto.
Il linguaggio dell’oracolo ha particolari risonanze in un sistema di pensiero ciclico, che costituisce un quadro di riferimento di tutta la scienza e la cultura cinese. Questo sistema è raffigurato nella tavola della Mappa universale dei cicli, in calce al volume, ed è spiegato nell’Introduzione.
In questo modo vengono forniti al lettore tutti gli strumenti per penetrare in profondità nelle immagini oracolari e per metterle in rapporto con la propria domanda e la propria situazione personale. Si tratta dunque di una traduzione aperta, che rispetta rigorosamente lo spirito della tradizione oracolare cinese. Il lettore viene a trovarsi nella posizione più vicina possibile a quella del consultante cinese dell’oracolo, e, guidato dagli strumenti filologici che gli vengono forniti, è lui stesso o lei stessa il traduttore in senso ultimo dei testi oracolari.